Il mio segreto

Se anche voi avete un lavoro che scazzotta amabilmente con la vostra fissa con ballerine, tacchi e infradito, voglio svelarvi il mio segreto. Siccome non posso presentarmi in laboratorio con scarpe aperte, ma non ho neppure l’obbligo di indossare scarpe anti-infortunistica, la perfetta alternativa agli stivali e alle scarpe da ginnastica è rappresentata dalle stringate. Comode, versatili, chic. Adatte a un look più maschile, ma anche ad uno estremamente femminile. Infatti le indosso sia con i jeans che con gli abitini. Sono perfette per i giorni di sole, ma anche per quelli con la pioggia. Coprono da eventuali sostanze chimiche corrosive che potrebbero provocare ustioni alla pelle (ebbene si, uso anche queste sostanze in laboratorio) e coprono dalla pioggia, senza farvi perdere colpi di stile. Io ne ho comprate due paia su Zalando della marca Pier One e le altre due invece le ho acquistate recentemente da Primark. Ne esistono talmente tanti modelli, che ce ne sono per tutti i gusti.

Proprio ieri, sono passata davanti a Clarks: ne ho viste un paio meravigliose con diversi colori e materiali. Ho trovato il link sul sito (QUI) e la foto delle scarpe è questa:

Non sono meravigliose e perfette per il lavoro?? Le avevano in rosa, bianco e nero, nero e infine grigio. Le trovo bellissime.
Anche su Zalando ne trovate di tutte le forme e colori. Ve ne mostro un paio che mi sono piaciute moltissimo, sul marroncino (cliccate QUI).

Eccone anche un paio di Bata che mi hanno particolarmente colpita (QUI).

 Spero che il post sia stato utile. Intanto vi mando un bacione!
Silvia

#STOCONNEVE


Una sentenza che lascia perplessi e motivazioni che rendono doppiamente perplessi. L’azienda tedesca Nivea ha fatto causa all’azienda torinese Neve Cosmetics, perchè i due nomi potrebbero confondersi. Il Tribunale di Milano ha sentenziato che i due nomi derivano etimologicamente dal latino (niveus, nivea, niveum che significa “bianco come la neve” di conseguenza il termine Neve non può essere utilizzato da parte di altre aziende cosmetiche. Questa decisione obbligherebbe l’azienda a ritirare tutti i prodotti sul mercato con tale nome, ma il web dice la sua. 



Su Facebook, Twitter e Instagram moltissime clienti e blogger hanno preso le parti di Neve utilizzando l’hashtag #iostoconneve a sul web gira anche una petizione per chiedere alla Nivea di fare marcia indietro. I prodotti Nivea, che si possono acquistare al supermercato come possono essere confusi con Neve Cosmetics che si può acquistare solo online e in alcune Bioprofumerie? Le consumatrici di Neve sono persone attente, informate, spesso animaliste e ambientaliste, comprano Neve perchè vogliono comprare Neve. Inoltre, i prodotti dalle due aziende non hanno nulla in comune e hanno etiche completamente diverse. Come ci si può confondere? 

Oggi sulla pagina Facebook di Neve leggiamo:

“Per chi ce lo sta chiedendo: la causa intentata dalla multinazionale tedesca ha lasciato a bocca aperta noi per primi. Siamo certi di non aver nulla in comune con il colosso internazionale e ciò che rappresenta. Come sapete siamo un’azienda piccola, giovane e di indole assolutamente pacifica. Abbiamo affrontato questa causa con l’impegno, l’onestà e la limpidezza che ci contraddistinguono. Continueremo a combattere! Si tratta solo del primo grado di giudizio, è ovviamente nostra intenzione presentare ricorso in appello, forti della nostra buona fede e pronti a difendere i nostri diritti e quelli della nostra clientela.
Avere il vostro appoggio in questo ambito ci regala ancora più determinazione, grazie di cuore per il supporto. 
Con affetto, lo staff di Neve Cosmetics. <3"
Inoltre, l’amministratore di Neve Cosmetics, Marco Aghem aggiunge che il nome dell’azienda nasce dal fatto che da  se si aprono le finestre dello stabilimento di Trofarello, si vedono le Alpi e la neve. Nessun riferimento a Nivea. 

Io, mi schiero dalla parte di Neve. Amo i prodotti Neve, per la qualità e per l’impegno che c’è dietro ai prodotti. La mia opinione personale sui prodotti delle due aziende è diametralmente opposta: ricordo una volta in cui ero stata attratta da una crema Nivea per il packaging, se non sbaglio era un’edizione limitata di qualche genere, provata e buttata nell’immondizia a tempo record. Brufoletti a go go e pelle irritata. Qualsiasi prodotto Neve non mi da alcun problema e sono più consapevole di cosa mi metto sulla pelle. Quindi per quando mi riguarda continuerò a non comprare prodotti Nivea (come già faccio praticamente da quando ho cominciato ad avere voce in capitolo in famiglia), non solo per questo motivo, ma anche perchè non capisco cosa voglia fare Nivea. Forse l’ennesimo tentativo del forte di schiacciare il debole? Che minaccia ne deriva da Neve Cosmetics? 


Una fashionista alla conquista del mondo

La mia storia comincia esattamente 5 anni fa, quando per la prima volta decisi di andare a Linosa, da sola. Volevo fare qualcosa di diverso e soprattutto per i fatti miei. Questo momento di indipendenza mi ha segnata e ha dato così inizio alla mia voglia irrefrenabile di andare in giro e di conquistare qualche nuova meta. Sono una persona che fa tutto molto gradualmente, quindi ho iniziato pian piano con una settimana alla scoperta delle tartarughe marine in Sicilia, l’anno successivo due mesi, poi sono stata via tre anni ad Ancona. Ad oggi sono in Inghilterra fino a data da stabilirsi.
La verità è che ho sempre fatto tutto gradualmente perchè sono sempre stata una persona insicura e sempre convinta di non essere all’altezza. Convinta di non avere le capacità per fare qualcosa all’estero. Convinta che gli altri fossero sempre meglio di me. Ora che sono qui e non si sa dove sarò tra qualche mese, vorrei darvi qualche consiglio se anche voi vi trovate nella mia stessa situazione.
Il primo passo è crederci. Se lo volete davvero presto si realizzerà, basta solo avere il coraggio di comprare il biglietto dell’aereo e di partire.


Il secondo passo è convincersi che gli ostacoli sono solo qualcosa che ci può dare la giusta grinta per andare avanti e che bisogna considerare gli errori non come delle sconfitte come un nuovo inizio.

Il terzo passo è … far stare tutto in valigia. Ebbene si, uno dei miei problemi più grandi dopo aver superato i primi due step, era proprio questo. Come ben potete immaginare non sono una tipa da “zaino in spalla”. Sono arrivata in Inghilterra che avevo ben 3 valigie, più borsa e bagaglio a mano. Più mezzo bagaglio a mano di mia madre. Ho messo in valigia praticamente tutto, ad eccezione di abitini troppo leggeri e costumi da bagno, che non sono proprio l’ideale in questa zona piovosa del mondo. Avevo organizzato tutto in questo modo: una valigia dove stava tutto il necessario per capelli, skincare, make-up, phon &Co, una valigia per scarpe e borse, una per vestiti, giacche e accessori. Il bagaglio a mano per le cose “tecnologiche” e libri. Converrebbe stare più sul leggero, ma ne ho approfittato del fatto che mia madre mi ha accompagnata.
Avevo messo via dei soldini, che mi avrebbero permesso di concedermi un pò di shopping. Nel frattempo è capitato qualcosa alle mie scarpe, penso che durante la notte si siano riprodotte. Hanno invaso la camera, nonostante fossi partita con lo stretto necessario (circa 5 paia di scarpe, che per me sono davvero poche). Non vi rivelo il numero attuale, sarebbe imbarazzante. In ogni caso credo che sia capitato qualcosa di simile anche alle giacche, alle sciarpe, agli smalti, alle collane… insomma c’è stata una arribadas generale (per chi non lo sapesse, si tratta di un evento meraviglioso in cui centinaia di tartarughe si trovano tutte sulla stessa spiaggia e depongono ciascuna centinaia di uova… insomma si riproducono deponendo tante uova dalle quali un giorno usciranno dei tartarughini).
La verità è che la mia partenza è nella mia mente era vista come un trasloco, non ero convinta di voler tornare in Italia e se tutto andrà bene, per un pò di tempo me ne starò qui. Nella mia cameretta super affollata a dormire con il piumone nel mese di agosto.

Il mondo in cui lavoro è un mondo strano. Un mondo un pò alternativo (nello stile) e in cui c’è la convinzione che se mi vesto in un certo modo, ho le unghie curate e indosso un cappello divento automaticamente una incapace, che ha paura di rompersi le unghie e di spettinarsi i capelli. Ma, mai giudicare un libro dalla copertina. Anche se viaggio con centordici valigie, indosso abitini e metto tacchi, non significa che non sia in grado di buttarmi in acqua in immersione quando necessario, di vestirmi con la tuta e di sporcarmi. Ho spalato cacca in quantità industriali quando lavoravo in un bioparco senza farmi troppi problemi. In canile mi vestivo con tuta impermeabile per portare i cani a spasso e giocare con loro sotto la pioggia e nel fango. A Linosa indossavo pantaloni larghi con cavallo basso e birkenstock tutto il giorno per essere comoda e pronta a tutto. Ho lavorato per un anno, lanciandomi in acqua anche in inverno (e con la muta umida, non la stagna!) per fare campionamenti. Tutto questo è per dirvi che i pregiudizi sono dietro l’angolo. Siate determinate, fate vedere quanto valete, non lasciatevi giudicare dallo smalto di Dior o dalla statement necklace appariscente. Convincete la gente che dietro alla ragazza super fashion, con la Louis Vuitton al braccio, ci sia una lavoratrice determinata, capace e che non ha paura di spezzarsi le unghie. Il mondo sarà ai vostri piedi.

Silvia

Gli ORRORI della moda, la top five

L’ispirazione per questo post mi è venuta dopo aver girato il video FASHIONISTA TAG (cliccate QUI per vederlo), nel quale dovevo parlare delle mode che non mi sono piaciute e che non ho seguito. Così eccomi qui mostrarvi la MIA top five degli “orrori” della moda (si tratta della mia opinione, quindi se la pensate diversamente fatemelo sapere nei commenti!(: ).

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